La violenza sessuale è possibile anche a distanza!
Parliamo della sentenza n. 37076/2012 della Corte di Cassazione Penale, la quale ha rigettato il ricorso proposto da un imputato già condannato dal Tribunale per i reati di pornografia minorile, violenza sessuale, estorsione etc…
I fatti
L’imputato contattava via chat minorenni e si faceva inviare alcune loro foto dal contenuto pornografico. Qualora le minorenni si rifiutavano di proseguire (in particolare una minorenne), l’imputato le minacciava di inviare le foto già in suo possesso ai genitori.
Successivamente l’imputato scambiava le foto con terzi in internet tramite il programma “E-mule”.
La Corte
L’art. 609 bis, comma 1, codice penale, sanziona la condotta di “chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali”, allo stesso modo il comma 2 contempla, quale illecito penale, la condotta di “chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali”.
La Corte quindi, specifica che il reato non è esclusivamente caratterizzato dal contatto corporeo tra i soggetti, ma può estrinsecarsi anche nel comportamento di atti sessuali che il soggetto passivo, costretto dal soggetto attivo, compie su se stesso o su terzi. Si configura il reato anche quando i due soggetti sono in due luoghi diversi come la prestazione richiesta per via telefonica o attraverso internet o in videoconferenza. La distanza non indica assolutamente una circostanza attenuante.
Pubblicato il 17 aprile 2013, in Sentenze con tag agenzia investigativa, agenzie investigative, atto sessuale, blog, blog investigazioni, cassazione, chat, codice penale, corte di cassazione, detective, estorisone, imputato, indagini, indagini investigative, informazioni, internet, investigatore, investigatore privato, investigazioni, investigazioni24, minorenne, minori, pedopornografia, penale, pornografia, pornografia minorile, servizi investigativi, tribunale, violenza sessuale. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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